MASSIMO MORATTI NON È SOLO


La recente truffa telefonica all'imprenditore Massimo Moratti non è un caso isolato. Le truffe sono all’ordine del giorno e gli imprenditori sono vittime dell’affabulatore di turno ben più spesso di quanto si creda.

L’imprenditore, detentore di patrimonio e denaro (vero o presunto) vive accerchiato da una moltitudine di adulatori e cortigiani che ogni giorno, in un modo o nell’altro, cercano di lucrare grazie alla relazione altolocata. In altre parole: l’imprenditore è abituato a sentirsi chiedere qualcosa da qualcuno

Poi c’è l’aspetto psicologico nelle sue diverse sfaccettature. L’imprenditore, soprattutto se di seconda generazione, vive in un ruolo vantaggioso quanto gravoso e la fragilità psicologica ed emotiva pesa ben più di quanto possa trasparire all'esterno.

Il principe ereditario ha sì un futuro di privilegio assicurato, ma anche un desiderio di realizzazione personale sacrificato al ruolo predestinato alla nascita. Questo porta da una parte ad una riluttanza, come gravosa incombenza, nel gestire azienda e patrimonio; dall’altra parte una profonda insicurezza, una costante incertezza del capitano nel guidare la nave.

A questi sentimenti si aggiunge una sottile, dolce e ammaliante convinzione di essere speciale, superiore, magnifico, esponendosi così all’adulatore che saprà toccare le corde giuste.

La legislazione italiana non aiuta. La legge in materia è limitata: la truffa si addebitata alla vittima nel raggiro di un incapace, mentre il truffatore, autore attivo della cattiva azione, è spinto dal bisogno, dalla necessità di sopravvivenza e sarà facilmente scagionato.

E per evitare la gogna del pubblico ludibrio molti imprenditori preferiscono non denunciare

Le truffe più clamorose fanno notizia mentre le truffe minori hanno cadenza quasi giornaliera: dipende da quanto e cosa si vuole estorcere. 

Un esempio potrebbe essere il potenziale cliente che si presenta in azienda in tarda mattinata, giusto in orario pre-pranzo. Il personaggio chiede informazioni, sfoglia la brochure, allude a nuovi potenziali mercati e si lascia invitare a pranzo per continuare a discutere dei massimi sistemi. Rifocillato e sazio si dileguerà nel pomeriggio per non ricomparire mai più.

 

 

 

 

In Veneto presentarsi orario pasti

è considerato altamente offensivo,

meglio arrivare già mangiati

in orario non sospetto

Ricordo un episodio comico, quanto grossolano, di una coppia di uomini quarantenni; si presentarono in azienda in una calda mattina di sole dichiarandosi imprenditori canadesi in cerca di un fornitore per aprire un nuovo prosperoso mercato nel ridente stato del Canada. L’azienda presso la quale lavoravo era stata la fortunata prescelta.

I due erano alquanto improbabili nelle loro camicie a fiori, i pantaloni al ginocchio e le ciabatte infradito abbinate ad un evidente sovrappeso, ma la parola “Canada” legata all’ipotesi “nuovo mercato” ebbe un effetto magico, direi abbagliante sul titolare dell’azienda che vide in questa visita una grande occasione commerciale o forse la risposta a tutte le sue preghiere. Cercai di evidenziare il look poco professionale e il biglietto da visita alquanto improbabile, ma tutto fu inutile.

I due personaggi, brochure in mano, visitarono l’intera azienda e furono felici di essere ospiti a pranzo. Nel rientro pomeridiano palesarono la loro richiesta di passare un paio di giorni a Venezia, a spese dell’azienda, in un hotel 5 stelle già selezionato, certi che questo avrebbe rafforzato il futuro successo commerciale. Il titolare confermò la disponibilità a sponsorizzare il progetto e i due partirono allegri verso la nota destinazione turistica.

Il giorno dopo mi arrivò la telefonata infuriata dei due turisti presso l’hotel 5 stelle che, ben più perspicace, non aveva creduto al pagamento aziendale, ma aveva preteso il saldo immediato da parte dei due bontemponi.

 

 

Venezia è un porto di mare

e se si parla di traffici,

di uomini e di merci,

i veneziani sono luminari

Mi limitai a passare la chiamata all’ufficio contabilità. Non ho più saputo se alla fine l’azienda abbia pagato o meno il soggiorno lagunare, così come non si parlò mai più del nuovo imminente mercato canadese. L’unica certezza fu la sparizione dei due pseudo-clienti in una assolata giornata di inizio estate.