Il 21 ottobre scorso due donne cinesi sono morte annegate nella disperata ricerca del granchio blu. Questo recente episodio accaduto a Rosolina ci offre l’occasione di riflettere sulle reazioni totalmente opposte di fronte allo stesso problema.
Il granchio blu infesta i nostri mari già da tempo, ma si tratta di una specie conosciuta e da sempre presente nelle coste del Nord America. Insomma, non è un essere alieno, ma una specie resistente e più aggressiva del più debole e mite granchio mediterraneo.
Pur comprendendo le difficoltà dei produttori di vongole, pasto preferito dal nuovo arrivato, la totale mancanza di gestione e il vittimismo di una categoria rassegnata alle sovvenzioni ci hanno colpito particolarmente.
Due donne cinesi sono annegate nel tentativo di pescare il delizioso granchio blu che abbonda gratuitamente nelle acque venete. Infatti questo terribile invasore è da anni richiesto e servito nelle tavole degli Stati Uniti d'America a prezzi redditizi.
I pescatori veneti, al contrario, si sono seduti aspettando passivi l’ennesimo aiuto economico fiduciosi che la scienza possa trovare una soluzione.
Di fronte al problema da risolvere, l’imprenditore si siede e si lamenta chiedendo sovvenzioni e ristori per poter andare avanti. E’ la mentalità del nostro paese: non sei protagonista, sei comparsa e per questo ricevi un buono pasto.
La capacità imprenditoriale si esercita nella valutazione e risoluzione dei problemi cogliendone l'opportunità commerciale. In altre parole, il capitano sulla prua della nave che scruta il mare con il cannocchiale non è un inutile peso nell’equipaggio, è al contrario fondamentale nell’indicare la via da seguire. Sempre che si voglia andare da qualche parte.
L’imprenditore è attivo, promuove, progetta e rischia
L’invasione del granchio blu rappresenta un’occasione imprenditoriale con il vantaggio di non doversi preoccupare dell’ennesimo sterminio di una specie marina: cosa nella quale noi siamo storicamente bravissimi.
Il granchio blu come occasione imprenditoriale è stata colta da 5 donne che hanno lanciato il sito Blueat con tutti i limiti soliti del lavoro femminile:
- 5 donne spettinate in jeans e maglietta, nel perfetto look da casalinga appena scappata di casa,
- La solita scelta di un inglesismo (blu-eat) nell’illusione di un mercato mondiale senza valutare l'effettivo significato del termine ('blu' in inglese indica tristezza e depressione),
- La poca comunicazione nel promuovere attivamente un prodotto locale (perché di fatto è una specie americana in veneto)
- Il solito sito internet che da solo fa poco e Instagram/Facebook non bastano
Siamo di fronte ad un'occasione persa, così come lo è stato Vaja e le tonnellate di legno lasciate a marcire perché nessuno trovò la soluzione alternativa con il coraggio di investire, ad esempio, nella produzione di pellet.
Meglio lasciare spazio all’artista di turno che assemblando pezzi di legno crea l’ennesima scultura per l’ammirazione dei turisti e la gioia del piromane locale.
Continuiamo a considerare l’iniziativa imprenditoriale come una colpa, un approfittarsi del male altrui e gli episodi a sostegno di questa visione non mancano. Pensiamo ad esempio all'intercettazione dei due imprenditori sghignazzanti alla notizia del terremoto di Amatrice.
Eppure dell’imprenditore abbiamo bisogno, così come abbiamo bisogno dei trattori per liberare le macerie.